Specializzato nella diagnosi e cura dei problemi legati all’andrologia

Dott. Todeschini Mario è andrologo specializzato nella diagnosi e cura di:

Esegue:

 

 

Collaborazioni

Nel nostro centro, operano inoltre esperti psicosessuologi con i quali vi è da molti anni una continua ed intensa collaborazione.

La contemporanea presenza di operatori di diversa formazione garantisce, a chi si rivolge al Centro, uno studio accurato ed un adeguato trattamento delle disfunzioni della sfera sessuale.

Onde d'urto

Le onde d’urto a bassa intensità rappresentano la più recente ed innovativa terapia per la disfunzione erettile. Il trattamento viene realizzato ponendo una sonda collegata con un generatore sulla superficie del pene. Il meccanismo d’azione attraverso il quale agiscono sulla funzionalità erettile è complesso e non completamente chiarito. Si ritiene comunque che attraverso la liberazione di neurotrasmettitori, fattori di crescita e cellule progenitrici endoteliali si realizzi all’interno dei corpi cavernosi una neoangiogenesi, la formazione cioè di nuovi vasi migliorando così la

vascolarizzazione e l’elasticità del pene. La terapia con onde d’urto a bassa intensità è pertanto indicata per la disfunzione erettile di origine vascolare. Viene pure proposta a coloro che presentano disfunzione erettile dopo intervento di prostatectomia radicale per tumore della prostata poiché sembra abbia un effetto anche sulla rigenerazione delle strutture nervose danneggiate durante l’intervento di prostatectomia radicale. Il trattamento con onde d’urto a bassa intensità non è invasivo e non è doloroso. La sola controindicazione è l’utilizzo di anticoagulanti come il cumadin. Vengono solitamente eseguite 6 sedute con cadenza settimanale ed ogni seduta  dura normalmente 20-25 minuti.

L'impotenza o disfunzione erettile

La disfunzione erettile, un tempo chiamata impotenza, è l'incapacità a raggiungere e/o mantenere una erezione adeguata per un rapporto sessuale soddisfacente. Numerose sono le cause di Disfunzione erettile: neurologiche, psicologiche, ormonali, vascolari.

Mentre nel giovane prevalgono fattori psicologici con l'avanzare dell'età diventano predominanti quelli organici ed in modo particolare quelli vascolari.

Fattori di rischio per la Disfunzione erettile, come pure per qualsiasi malattia cardiovascolare, sono il diabete, l'ipertensione arteriosa, elevati livelli di colesterolo nel sangue, il fumo di sigaretta, l'obesità. Anche l'uso di farmaci, ad esempio ipotensivi ed antidepressivi, ed interventi chirurgici che interessano prostata, vescica, retto ecc., possono provocare disfunzione erettile. E' infine importante ricordare che la disfunzione erettile può rappresentare il sintomo precoce di una malattia cardiocircolatoria che interessa anche altri apparati: talora precede eventi gravi come l'infarto del miocardio col quale può condividere la causa.

 

Caratteristica delle disfunzioni sessuali e della disfunzione erettile in particolare è l'automantenimento: dopo i primi fallimenti il soggetto affronta i successivi rapporti sessuali con ansia e paura dell'insuccesso. Si instaura una sorta di circolo vizioso che mantiene la disfunzione anche quando la causa primitiva che ha dato origine al disturbo sia stata rimossa. E' importante, prima di instaurare qualsiasi terapia, un corretto inquadramento diagnostico che ha i suoi cardini nell'anamnesi (storia clinica del soggetto), l'esame obiettivo, gli esami di laboratorio e quelli strumentali. Tra questi ultimi un ruolo fondamentale è rivestito dall'Ecodoppler dinamico del pene. Tale indagine, se eseguita da un operatore esperto, dà informazioni importanti sulla ecostruttura, sulla capacità di rilassamento della muscolatura e sulla vascolarizzazione del pene. L'Ecodoppler dinamico del pene è pure l'indagine principale in caso di Induratio Penis Plastica , una malattia del pene di cui non conosciamo la causa e che porta a fibrosi e curvatura del pene e può essere associata a disfunzione erettile.

 

Conclusi gli accertamenti diagnostici che possono anche essere brevi ma devono comunque essere accurati si passa alle opzioni terapeutiche. Oggi possiamo tranquillamente affermare che per ogni singolo soggetto esiste la cura per lui più idonea. I farmaci orali vasoattivi (viagra, cialis, levitra) hanno completamente rivoluzionato l'approccio terapeutico e reso efficace, semplice e ben tollerato il trattamento. Le iniezioni intracavernose (piccole iniezioni fatte nel pene con ago molto sottile e assolutamente non dolorose) vanno riservate a coloro che non rispondono alla terapia orale o non possono assumerla perchè controindicata. 

Le onde d'urto a bassa intensità rappresentano il più recente ed innovativo trattamento per la disfunzione erettile di origine vascolare, la forma organica di gran lunga più frequente.

Le cure ormonali sono invece riservate ai soggetti che presentano alterazioni ormonali . La terapia chirurgica , a parte i rarissimi casi di rivascolarizzazione arteriosa riservata ai soggetti giovani che hanno subito un trauma del bacino, consiste nell'impianto di protesi peniene ed è indicata quando le altre opzioni terapeutiche hanno fallito. Un ruolo importante è infine rivestito dalle terapie psicosessuologiche che, sole o in associazione a terapie farmacologiche, forniscono un valido aiuto a soggetti motivati.

L'eiaculazione

L'eiaculazione è l'espulsione riflessa, a getti e durante un tempo relativamente breve, di una determinata quantità di sperma (eiaculato). Si accompagna abitualmente a sensazioni di piacere più o meno intense il cui insieme realizza il quadro dell'orgasmo maschile.

Avviene sia al termine di un rapporto sessuale o di una masturbazione, sia durante il sonno.

 

L'eiaculato consta di due componenti: gli spermatozoi, prodotti nel testicolo, e la parte liquida prodotta da prostata e vescicole seminali. Il corretto svolgimento dell'eiaculazione richiede l'integrità di ghiandola prostatica e vescicole e vie seminali che provvedono ad emettere il seme nell'uretra prostatica. La muscolatura perineale ha un ruolo fondamentale nell'espulsione del liquido stesso. Organi e muscolatura interessati al processo sono innervati da nervi provenienti da centri nervosi situati nel midollo spinale. Questi centri midollari sono a loro volta modulati da centri superiori cerebrali. Qualsiasi lesione interessi uno degli organi ed apparati appena descritti può comportare una turba dell'eiaculazione. Il disturbo eiaculatorio piò frequente è sicuramente l'eiaculazione precoce.

 

Talora però l'eiaculazione può essere ritardata o addirittura impossibile (Aneiaculazione) o retrogada o dolorosa.

 

L'eiaculazione precoce è la persistente o ricorrente insorgenza di eiaculazione dopo minima stimolazione sessuale e comunque prima che il soggetto lo desideri. Può essere primitiva, quando si presenta sin dall'inizio dell'attività sessuale, o secondaria, quando compare dopo un periodo di attività sessuale soddisfacente. Sul fronte opposto vi è l'eiaculazione ritardata: il soggetto ha difficoltà ad eiaculare e talvolta vi riesce solo con la masturbazione. Il grado estremo di questa turba è l'assenza di eiaculazione ed orgasmo (Aneiaculazione). Spesso chi ne soffre ha eiaculazioni spontanee durante il sonno. Aneiaculazione ed eiaculazione ritardata possono essere di origine psicogena, neurologica, ormonale o da assunzione di farmaci.

 

L'eiaculazione anestetica o anorgasmia è invece l'emissione di liquido seminale senza che questo sia percepito dal soggetto: manca la sensazione di piacere orgasmico. Anch'essa può avere origine psicogena ma può dipendere anche da neuropatia, malattie della prostata ecc.

 

Nella eiaculazione retrogada invece vi sono eiaculazione ed orgasmo ma il liquido seminale viene retroeiaculato in vescica. E' quanto avviene solitamente nei soggetti sottoposti ad intervento per ipertrofia della prostata. E' dunque evidente che la possibilità che un disturbo eiaculatorio sia di origine organica deve sempre essere tenuta presente.

 

Ciò vale anche per l'eiaculazione precoce. Infatti, se l'eziologia psicogena è sicuramente la più frequente, non bisogna tralasciare la ricerca di altri fattori: neurologici, utilizzo di farmaci e droghe, infezioni delle vie seminali, presenza di frenulo breve ecc. E' pertanto indispensabile un corretto inquadramento diagnostico prima di iniziare la terapia che può essere psicologica, sessuologica, psicosessuologica, farmacologica. La scelta dovrà sempre tener conto, oltre che delle cause che hanno determinato la disfunzione, anche di molti altri fattori: età del soggetto, situazione familiare, presenza o meno di conflittualità con la partner, aspettative e preferenze del soggetto stesso ecc. Non sempre quella che teoricamente è la terapia ideale può essere poi realizzata e bisogna pertanto ricorrere a presidi alternativi.

Disturbi del desiderio sessuale

I disturbi del desiderio sessuale comprendono una vasta gamma di situazioni.

Il grado più lieve è rappresentato dal semplice calo di interesse per letture, immagini, fotografie, conversazioni a carattere sessuale. I rapporti sessuali sono possibili e possono essere anche piacevoli.

Più grave è la vera e propria mancanza di interesse sessuale: vi è una visione pessimistica e negativa per tutte le situazioni sessuali ed il soggetto cerca di evitare l'attività sessuale.

Procedendo con la gravità dei disturbi al calo del desiderio si associano le disfunzioni sessuali: nel maschio vi sono erezioni deboli, insufficienti o appena sufficienti alla penetrazione, eiaculazione precoce e a pene non rigido.

Il grado successivo à rappresento dall'associazione all'attività sessuale di nevralgie, dolori, parestesie, irritazioni, malessere generale, nausea, cefalea ecc.

Infine il grado estremo è l'avversione sessuale con rifiuto di ogni contatto corporeo e genitale, aggressività, violenza.

Dal punto di vista clinico un basso livello di desiderio sessuale può essere primario, ossia presente sin dall'adolescenza, o secondario, cioè comparso dopo un periodo di normalità.

Può inoltre essere generalizzato, presente cioè in tutte le situazioni e con ogni partner, o situazionale, limitato cioè a partner e situazioni particolari, suggerendo in tal caso una eziologia disfunzionale, psicosessuale o relazionale.

Da punto di vista eziologico le cause possono essere organiche, psicogene o miste.

Tra le cause organiche il ruolo preminente spetta ai fattori ormonali: calo di testosterone per l'uomo, calo di estrogeni e testosterone per la donna, aumento della prolattina per entrambi. In molte di tali situazioni la correzione dello squilibrio ormonale può portare ad ottimi risultati.

Malattie acute e soprattutto croniche possono portare a calo del desiderio e così pure i farmaci che vengono utilizzati per curarle.

La depressione,soprattutto nelle sue forme più gravi, è altra importante causa di calo del desiderio e lo è pure lo stress cronico, in grado di provocare pure un lieve squilibrio ormonale.

Le problematiche di natura psicologica nel calo/assenza del desiderio sessuale si pongono come un continuum di cause, dalle più blande alle più complesse. Nella coppia, la mancanza o la perdita di attrazione verso il partner, la paura di una gravidanza indesiderata, conflitti o rancori inespressi, possono creare turbative con il desiderio, come pure un'educazione familiare rigida e sessuofobica, una depressione latente o in atto, problematiche inerenti l'ansia da prestazione e le situazioni stressanti.

Tra le più complesse vi sono vi sono specifiche fobie verso il sesso, la preoccupazione per il proprio aspetto fisico o verso l'organo genitale, il senso di colpa riguardoil piacere e più in generale verso la sessualità, la paura dell'intimità.

La cura dipende dal tipo di problematica presentata.

La terapia integrata (farmacologica-pscosessulogica) ha tempi di cura brevi.

Quando il problema necessita della terapia psicosessuologica la durata va dai 3 mesi ai 6 mesi per problemi più complessi.

La terapia psicoanalitica è invece indicata quando il calo del desiderio ha cause più profonde che coinvolgono la persona, non affrontabili con una terapia focalizzata e circoscritta al problema come la terapia psicosessuologica.

I tempi del percorso analitico sono personali, ognuno ha un proprio cammino di cura che non è soggetto a una indicazione previsionale.

Anorgasmia

L'orgasmo femminile è un riflesso il cui centro è situato nel midollo sacrale, con componenti psicologiche, neurologiche e muscolari. E' caratterizzato da un'acme di piacere e contemporaneamente da una serie di contrazioni ritmiche ed involontarie avvertite nella zona pelvica e vaginale. L'anorgasmia femminile è quella condizione in cui la donna non riesce a aggiungere l'orgasmo nonostante la buona eccitazione e il desiderio integro.

 

La percezione della distanza dall'orgasmo è molto variabile da donna a donna, mentre quello che le accomuna è l'orgasmo assente. E' da distinguersi dall'anestesia sessuale(frigidità) in cui la donna non sperimenta piacere erotico ed in cui le sensazioni di piacere sono scarse o inesistenti. Si distingue pure dalla mancanza di desiderio sessuale in cui prevale l'assenza o lo scarso appetito sessuale.

 

La cura può comprendere all'interno del proprio percorso una terapia individuale per comprendere meglio certe problematiche legate al disturbo, accanto ad esperienze sulle sensazioni corporee e sensoriali, per transitare al possibile coinvolgimento del compagno nella terapia.

Vaginismo

Nella condizione sessuale del vaginismo la vagina reagisce ad ogni possibile visitatore sia esso un pene, le dita, il tampone vaginale o lo speculum con una reazione di chiusura che corporeamente si esprime con uno spasmo involontario dei muscoli che circondano l'accesso vaginale. Tale reazione rende impossibile la penetrazione e conseguentemente l'atto sessuale.

 

Situazione diversa dalla dispareunia in cui l'atto sessuale è doloroso ma la penetrazione è possibile. Da questa condizione in cui la componente fisica deve essere ben valutata, può manifestarsi un vaginismo con conseguente impossibilità alla penetrazione.

 

Nella persistenza del problema del vaginismo oltre ai tentativi di rapporto insistenti che creano frustrazione reciproca, scoramento, delusione ed accentuazione del riflesso muscolare vaginale, può emergere nel compagno una difficoltà a mantenere l'erezione o una eiaculazione precoce. Questo può portare all'evitamento ed alla disaffezione del rapporto sessuale con un'intimità isolata dall'aspetto penetrativo, con prevalenza dell'aspetto affettivo e della tenerezza. L'uomo tende a deprimersi, avvilirsi ed a perdere la convinzione. La donna si sente mortificata, smarrita, si deprime, si colpevolizza e nel contempo si sente sollevata.

 

Le cause che prendono corpo nel vaginismo transitano e coabitano come un insieme psicosomatico in cui accanto all'aspetto predominante dei fattori psicologici che portano a questo tipo di reazione corporea, ci possono essere componenti fisiche che devono essere prese in considerazione nella valutazione e prima di prendere in considerazione un approccio psicologico.

 

La cura deve prendersi carico di questi aspetti, ascoltando quel vaginismo e modulando l'approccio terapeutico. Se sono prevalenti le componenti psicologiche, l'orientamento della terapia è psicocorporeo, con un ascolto psicologico focalizzato al problema specifico e con un eventuale coinvolgimento del partner nella cura. Se tali componenti sono meno presenti l'approccio è prevalentemente esperenziale con la presenza attiva del compagno nella cura.

 

La terapia ha come fine quello di poter far entrare la paziente nella sessualità dove la penetrazione è possibile da una sessualità dove la penetrazione era impossibile, ma anche in una dimensione dove la sessualità possa essere vissuta come 'sessualità desiderata'.

Fobie sessuali

Le paure legate alla sfera della sessualità possono presentarsi come reazione ansiosa od angosciosa nei confronti di uno specifico aspetto sessuale ma anche verso pensieri, sentimenti e sensazioni erotiche o come repulsione ed avversione verso aspetti sessuali.

 

Questi sentimenti portano chi li sperimenta ad evitare le situazioni che possono provocare in loro queste sensazioni. Non si sentono indifferenti nei confronti del sesso come nel desiderio sessuale ipoattivo, ma il desiderio viene mantenuto fino a che la sensazione di paura o avversione prende il sopravvento.

 

Quando la reazione ansiosa è penosa ma sopportabile, la cura può essere psicosessuologica o psicodinamica. Se prevale l'aspetto angoscioso - paralizzante, l'integrazione farmacologia (farmaci anti panico) agevola il lavoro psicosessuologico o psicodinamico della cura psicologica.

Problemi d'identità

Nella sinfonia dei sessi c'è una diversa melodia composta da aspetti genetici, cromosomici, componenti ormonali-endocrine, aspetti gonadici, distrofismo cerebrale e da aspetti psicologici e socioculturali.

 

L'identità biologica è rappresentata dagli aspetti biologici che la definiscono. L'identità psicologica, come vissuto d'appartenenza, può corrispondere o meno al sesso biologico. Quando corrisponde ci si sente a proprio agio nel proprio corpo d'appartenenza biologica e sessuale; quando non c'è questa corrispondenza ci si può sentire intrappolati in un corpo non allineato al proprio vissuto di identità (un uomo può sentirsi donna come vissuto e trovarsi dentro un corpo non desiderato, oppure una donna può sentirsi uomo nel proprio vissuto d'identità ma trovarsi proprio malgrado in un corpo non allineato al suo vissuto).

 

L'identità sociale è il come sei percepito e considerato dagli altri rispetto all'appartenenza di genere. La convinzione di appartenenza nel transessualismo è chiara rispetto al vissuto della persona. Non si pone nel transgenderismo dove queste persone sono accomunate dal non riconoscersi nè nell'uno, nè nell'altro genere e si collocano 'oltre il genere'. Il transessualismo ed il transgenderismo non sono da confondersi con l'omosessualità, in cui prevale l'orientamento sessuale e non c'è turbativa dell'identità ed il travestitismo dove il travestito gioca un ruolo femminile, ma non dubita della sua identità sessuale. La cura psicosessuologica può aiutare la persona che vive il disagio d'appartenenza nel vivere meglio il proprio sentimento identitario.

Psicosessuologo

Nelle disfunzioni sessuali la componente psicologica è presente con maggiore o minore rilevanza nell'insorgenza del problema, nel suo mantenimento o come compresenza di componenti fisiche.

 

La specifica formazione sessuologia dello psicosessuologo permette un intervento mirato nelle varie problematiche sessuali.

 

All'interno dell'ambito specifico di cura si modula la terapia, così che accanto all'approccio in cui il corpo è privilegiato con esperienze sensoriali, di conoscenza delle sensazioni, di comunicazione corporea ed esperienze di rilassamento, può coabitare l'approccio verbale, dove è la parola ad essere privilegiata nel rapporto di cura.

 

La terapia può essere individuale ma può anche diventare di coppia quando questo è indicato o integrata nel momento in cui c'è un'integrazione farmacologia al suo interno. Il tempo della cura dipende dalla specificità e complessità del problema presentato. L'esito favorevole della terapia è determinato da un lato dalla preparazione, formazione e stile di ogni singolo terapeuta, dall'altro dalla motivazione e collaborazione alla cura del paziente.

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